Carla e la scatola di Plastica ------------------------------ Avete mai catturato una mosca rinchiudendola in una scatola di plastica trasparente? L'insetto sbatterà se stesso contro le pareti della scatola per scappare, ma per quanti tentativi farà non riuscirà ad uscirne e dopo poco, cadrà tramortito. Carla era nella stessa situazione. Era rinchiusa in una non-vita senza emozioni, senza amore, senza amicizie e per quanti tentativi facesse non era mai riuscita a cambiare le cose. Carla esisteva, come un lampione o un cassonetto dell'immondizia. Urlava il suo dolore tagliandosi le braccia per distruggere il demone che aveva dentro e che la teneva prigioniera. Una domenica toccò il fondo, un volo dal balcone, e tutto è finito, sarà come rinascere. Pensava a queste cose quando uscì concedendosi un ultimo giro per la città prima del grande salto. Camminava triste Carla, rassegnata. Passò davanti ad un bar e ascoltò la conversazione di due ragazze. "Stasera Marco sarà da me, gli ho preparato il risotto, lui ne va matto!" Quanta banalità in quelle parole e nella vita, pensava Carla, si nasce nel dolore per continuare nel suo segno, studi, e poi ti trovi un lavoro da schifo dove per pochi spiccioli e nessuna sicurezza, dai il sangue per otto ore. Tutto ciò per comprare robaccia inutile e medicine per non pensare alla nostra miseria. Sulla trentina metti al mondo un marmocchio su cui riporre le tue speranze e che, una volta cresciuto, ti rinfaccerà i suoi traumi e le sue difficoltà da ragazzino viziato. Infine morirai in uno squallido ospizio dove sarai rinchiuso perchè non riesci più a ricordare il tuo cazzo di nome o dove hai messo le pantofole. Pensava Carla e una lacrima sola rigò il suo volto, sola come lei era sempre stata. "Serve aiuto?" disse un ragazzo in quel momento. I due sguardi si incrociarono e lui fu colpito dagli occhi di Carla resi lucidi e lucenti dalle lacrime. Pranzarono insieme e parlarono fino al tramonto e si promisero che si sarebbero rivisti il giorno dopo. Carla tornò a casa e sentì il suo cuore battere, fece caso solo allora che non l'aveva mai sentito battere e forse non aveva mai battuto prima. si stese sul letto e urlò e pianse, ma stavolta pianse di gioia, lacrime copiose le coprivano il volto e le risa si alternavano ai singhiozzi. La mosca aveva rotto la scatola di plastica ed era libera di volare via, in cielo.